La longevità non riguarda solo il prolungamento della vita, ma anche il mantenimento della qualità di essa. In questo contesto, la salute del cervello e la prevenzione del declino cognitivo giocano un ruolo cruciale. Recenti ricerche hanno messo in luce l'importanza dell'attività fisica intensa come possibile fattore protettivo contro il deterioramento cognitivo e la demenza, soprattutto nelle persone con pressione sanguigna elevata, un noto fattore di rischio per problemi cognitivi.
Uno studio recente ha esplorato il rapporto tra esercizio fisico vigoroso e il mantenimento delle funzioni cognitive in un gruppo di persone sopra i 50 anni, non diabetiche, ma con ipertensione e un alto rischio di malattie cardiovascolari. Queste condizioni, comuni nella popolazione anziana, sono spesso correlate a un declino delle capacità mentali, rendendo ancora più rilevante trovare strategie efficaci per contrastarle.
I benefici dell'esercizio fisico sono ben noti: abbassa la pressione sanguigna, migliora la salute del cuore e potrebbe ritardare il declino cognitivo. Tuttavia, ciò che fino ad ora non è chiaro è la quantità e l'intensità di esercizio necessaria per ottenere questi effetti protettivi sul cervello.
Secondo i risultati dello studio, un'attività fisica intensa, che aumenta significativamente il battito cardiaco e la frequenza respiratoria, può fare la differenza. Mentre una camminata leggera può offrire benefici generali per la salute, è stato dimostrato che una corsa o altre forme di esercizio vigoroso sono più efficaci nel preservare le funzioni cognitive. I dati hanno rivelato che tra coloro che si impegnavano in almeno una sessione settimanale di esercizio fisico vigoroso, solo l'8,7% ha sviluppato un lieve deterioramento cognitivo e una probabile demenza, rispetto all'11,7% di quelli meno attivi.
Questo è un dato incoraggiante, soprattutto se si considera che quasi sei partecipanti su dieci nello studio hanno soddisfatto il criterio di almeno una sessione di attività fisica vigorosa a settimana. Tuttavia, va notato che i benefici sembrano ridursi con l'età, in particolare oltre i 75 anni, un'età in cui il declino cognitivo tende a manifestarsi più rapidamente.
Nonostante questi risultati promettenti, ci sono alcune limitazioni da considerare. Ad esempio, i partecipanti allo studio hanno auto-riferito le loro routine di esercizio, senza che vi fosse una valutazione indipendente per confermare l'intensità e la frequenza dell'attività fisica. Pertanto, mentre esiste un legame evidente tra esercizio fisico e riduzione del rischio di demenza, è necessaria ulteriore ricerca per consolidare questi risultati.
Il team di ricercatori auspica che futuri studi possano includere misurazioni dell'attività fisica tramite dispositivi indossabili e coinvolgere una gamma più ampia di soggetti, compresi quelli senza ipertensione, per comprendere meglio questa relazione. L'obiettivo è determinare con maggiore precisione quale tipo e quantità di esercizio possano effettivamente ritardare o prevenire il declino cognitivo, contribuendo così a una vita lunga e mentalmente attiva.
In conclusione, mentre aspettiamo ulteriori conferme scientifiche, il messaggio è chiaro: mantenersi fisicamente attivi, e preferibilmente con esercizio di una certa intensità, è una delle chiavi per proteggere non solo il nostro corpo, ma anche il nostro cervello. In un'epoca in cui la longevità è sempre più alla portata, il vero traguardo è mantenere una mente lucida e attiva fino in età avanzata. La cura della nostra salute fisica, attraverso uno stile di vita attivo e dinamico, è senza dubbio un pilastro fondamentale per raggiungere questo obiettivo.
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Kazibwe R et Al. Effect of vigorous-intensity physical activity on incident cognitive impairment in high-risk hypertension. Alzheimers Dement, 2024, DOI: 10.1002/alz.13887
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