La scienza rivela l'Impatto sulla biodisponibilità dei Flavanoli nel frullato e come scegliere gli ingredienti per massimizzare i benefici per la salute.
I flavanoli sono una classe di composti polifenolici (es. quecetina, teobromina, catechine, procianidine) presenti in diverse varietà di alimenti, principalmente frutta e verdura, nonché in alcune bevande come il tè. Questi composti sono noti per le loro molteplici proprietà benefiche per la salute. Sono, infatti, potenti antiossidanti in grado di neutralizzare i radicali liberi, molecole instabili che possono danneggiare le cellule e contribuire ad accelerare l'invecchiamento e le malattie croniche. Numerosi studi hanno suggerito che i flavanoli possono svolgere anche un ruolo importante nella protezione della salute cardiovascolare, in particolare per le loro proprietà antinfiammatorie e favorenti la circolazione sanguigna, compresa quella del cervello, con effetti protettivi aggiuntivi sulle capacità cognitive e sulla memoria.
Il consumo regolare di flavanoli è spesso limitato a causa dell'assunzione insufficiente di frutta e verdura. I frullati, di sovente considerati una soluzione pratica per incrementare il consumo di alimenti di origine vegetale, potrebbero non avere l’effetto desiderato se preparati senza considerare le interazioni chimiche tra i diversi prodotti scelti.
In effetti, un recente studio condotto dall'Università Davis della California, solleva dubbi importanti sulle comuni pratiche di preparazione dei frullati e sul loro impatto in merito alla biodisponibilità di flavanoli. Lo studio, condotto su un gruppo di uomini sani, ha confrontato l'assunzione di frullati a base di frutta, con diversi livelli di Polifenolo Ossidasi (PPO), un enzima naturalmente presente in molti alimenti. I partecipanti hanno consumato un frullato di banana ad alto contenuto di PPO, un frullato di frutti di bosco a basso contenuto di PPO e flavanoli in forma di capsula a scopo di controllo. I risultati sono stati sorprendenti. La concentrazione plasmatica di picco dei metaboliti dei flavanoli dopo l'assunzione della capsula o del frullato a basso PPO era simile, indicando una buona biodisponibilità. Tuttavia, l'assunzione del frullato ad alto contenuto di PPO ha prodotto una concentrazione di metaboliti significativamente inferiore, riducendo l'assorbimento dei flavanoli dell'84% rispetto al gruppo di controllo.
Ulteriori analisi hanno confermato che la PPO presente nella frutta può interagire con i flavanoli durante la digestione nello stomaco, compromettendo la loro disponibilità nell'organismo. L’attività della PPO riscontrata in 18 tipi di frutta, verdura e prodotti a base vegetale, suggerisce che le implicazioni di queste interazioni siano rilevanti sia per le pratiche alimentari domestiche che per quelle industriali.
Cosa significa tutto ciò per coloro che amano i frullati? Gli esperti suggeriscono di fare scelte oculate degli ingredienti. Ad esempio, la combinazione di frutti ricchi di flavanoli, come le bacche (mirtilli, lamponi, ribes, more, ecc) con ingredienti a bassa attività di PPO, come ananas, arance, mango o yogurt, potrebbe garantire una maggiore biodisponibilità di questi preziosi composti.
In conclusione, mentre i frullati rimangono un modo delizioso e pratico per integrare frutta e verdura nella nostra dieta, la consapevolezza delle interazioni tra ingredienti potrebbe essere la chiave per massimizzare i benefici per la salute derivanti dai flavanoli. Un approccio ponderato alla preparazione dei frullati potrebbe essere la chiave per garantire che il nostro corpo possa effettivamente godere appieno di questi importanti composti bioattivi e magari rallentare l’invecchiamento in modo più efficace.
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Javier I et al. Impact of polyphenol oxidase on the bioavailability of flavan-3-ols in fruit smoothies: a controlled, single blinded, cross-over study. Food & Function, 2023, DOI: 10.1039/d3fo01599h
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