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BeLongevity Team

LA MUSICA: UNO STRUMENTO PREZIOSO PER UNA MENTE LONGEVA

In un’epoca in cui i casi di demenza sono in aumento, sempre più persone si interrogano su come mantenere la mente attiva e sana nel corso degli anni. Tra le strategie emergenti per proteggere il cervello dal declino cognitivo, la musica sta guadagnando un ruolo di rilievo. Suonare uno strumento musicale non è solo una forma d’arte, ma potrebbe anche essere una potente arma nella promozione della longevità.

 

Uno studio recente effettuato su persone di età superiore ai 40 anni, tutte senza diagnosi di demenza, sono state esaminate le abilità cognitive in relazione alla pratica musicale: suonare uno strumento o cantare in un coro. I risultati sono stati sorprendenti: coloro che suonavano uno strumento musicale hanno ottenuto punteggi migliori in aree cruciali come la memoria di lavoro e la funzione esecutiva, ovvero la capacità di prendere decisioni e risolvere problemi. Anche il canto ha mostrato un’influenza positiva, mentre l’ascolto passivo della musica, sebbene piacevole, non ha avuto lo stesso impatto sulle performance cognitive.

Questi risultati ci offrono una prospettiva affascinante sul concetto di "riserva cognitiva", una sorta di scudo che il cervello costruisce per affrontare l’invecchiamento. La riserva cognitiva si forma attraverso esperienze che stimolano la mente, come imparare qualcosa di nuovo o, appunto, suonare uno strumento. Più ampia è la nostra riserva, meno saremo vulnerabili a malattie neurodegenerative come l'Alzheimer. Questo rende la musica non solo un piacere, ma un vero e proprio strumento di benessere e longevità.

Non è solo questione di ascoltare musica, ma di coinvolgere attivamente il cervello nella pratica musicale. Imparare a suonare uno strumento, con i suoi tempi, ritmi e la coordinazione che richiede, rappresenta una ginnastica mentale che rafforza le connessioni cerebrali. Interessante è che, tra gli strumenti analizzati, la tastiera è risultata particolarmente benefica per migliorare la memoria di lavoro, ma tutti gli strumenti musicali possono offrire benefici a chi li pratica con costanza, soprattutto in età avanzata.

Suonare uno strumento musicale potrebbe essere una strategia per proteggere il cervello dal declino cognitivo e promuovere la longevità
La musica: uno strumento prezioso per una mente longeva

Anche se i ricercatori sottolineano che ulteriori studi sono necessari per comprendere appieno questa relazione, l’evidenza suggerisce che suonare uno strumento musicale dovrebbe far parte delle iniziative volte a promuovere uno stile di vita sano e protettivo per la salute del cervello. Promuovere l’educazione musicale, in particolare per gli anziani, potrebbe essere un passo importante per favorire una longevità attiva e consapevole.

Ma la bellezza di questa scoperta è che non c’è un’età giusta per iniziare o riprendere a fare musica. Se non hai mai suonato uno strumento, o hai smesso anni fa, non è mai troppo tardi per cominciare o ricominciare. Suonare uno strumento è un modo piacevole e stimolante per mantenere la mente allenata, riducendo i rischi legati all'invecchiamento cerebrale.

In fondo, la longevità non significa solo vivere più a lungo, ma vivere bene. E la musica può essere uno dei tanti tasselli che compongono uno stile di vita equilibrato. Insieme a una dieta nutriente, a un esercizio fisico regolare, alla cura della mente e alle connessioni sociali, la musica può aiutarti a costruire una vita più lunga, sana e appagante.

BeLONGEVITY nasce per aiutare concretamente tutti a conoscere ed applicare queste straordinarie informazioni della scienza.

 
  • Stern Y. Cognitive reserve in ageing and Alzheimer's disease. Lancet Neurol, 2012, DOI: 10.1016/S1474-4422(12)70191-6

  • Vetere G et Al. The relationship between playing musical instruments and cognitive trajectories: Analysis from a UK ageing cohort. Int J Geriatr Psychiatry, 2024, DOI: 10.1002/gps.6061

  • Walsh S et Al. Does playing a musical instrument reduce the incidence of cognitive impairment and dementia? A systematic review and meta-analysis. Aging & Mental Health, 2019, DOI: 10.1080/13607863.2019.1699019


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