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BeLongevity Team

LA SOLITUDINE PUO’ INFLUIRE SULLA NOSTRA ENERGIA QUANTO IL DIGIUNO

Siamo esseri sociali, e come tali, la compagnia degli altri è un bisogno primario per noi, tanto quanto l'aria, l'acqua e il cibo. Negli ultimi decenni, la scienza ha dimostrato che l'isolamento prolungato può avere effetti devastanti sulla nostra salute, non solo mentale ma anche fisica. Le implicazioni dell'isolamento sono molteplici e possono influenzare il nostro benessere su vari livelli. Se pensiamo agli effetti negativi della solitudine, potremmo associarli immediatamente a condizioni come la depressione, l'ansia e il senso di alienazione. Tuttavia, la solitudine prolungata va ben oltre: è stata correlata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, problemi metabolici e persino morte prematura.

 

Un nuovo studio ha gettato luce su un aspetto sorprendente dell'isolamento, dimostrando che anche brevi periodi di solitudine possono influire sul nostro livello di energia in modi inaspettati. Il team di ricerca ha scoperto che trascorrere otto ore senza contatto sociale può provocare un senso di stanchezza e affaticamento paragonabile a quello che si prova quando si rimane senza cibo per lo stesso lasso di tempo. Questo è un risultato particolarmente interessante, poiché ci suggerisce che la privazione sociale ha un impatto profondo sul nostro organismo, anche se apparentemente non ci priva di energia fisica nel modo in cui lo fa la fame.

Lo studio ha coinvolto test di laboratorio che hanno monitorato l'umore, il livello di stress e la fatica in persone che trascorrevano una giornata intera senza interazioni sociali, confrontando questi dati con giornate in cui i partecipanti digiunavano. Il risultato è stato sorprendente: sia l'isolamento che la mancanza di cibo hanno prodotto un calo significativo dell'energia.

Sembra che per queste persone, la mancanza di connessione umana stimoli una risposta biologica che induce una riduzione di energia, simile a una risposta di adattamento fisiologico.

Nel corso dell'esperimento, i ricercatori hanno rilevato parametri fisiologici, come la frequenza cardiaca e i livelli di cortisolo, un ormone collegato allo stress. Sorprendentemente, i livelli di cortisolo tendevano a essere più elevati durante i periodi di isolamento rispetto a quelli in cui i partecipanti erano senza cibo. Questo suggerisce che, biologicamente, il nostro corpo percepisce l'isolamento come una minaccia, e reagisce di conseguenza, esattamente come farebbe in una situazione di privazione alimentare.

Trascorrere 8 ore senza contatto sociale può provocare stanchezza e affaticamento paragonabili a quelli percepiti dopo 8 ore senza cibo
La solitudine puo’ influire sulla nostra energia quanto il digiuno

Un altro dato rilevante riguarda il fatto che le persone più socievoli o abituate a un contesto sociale ricco di interazioni erano quelle che mostravano i cali di energia più pronunciati. Questo effetto non si riscontrava, o comunque era molto meno evidente, in coloro che tendono a essere più introversi o che non dipendono in modo significativo dalle interazioni sociali per il proprio benessere. Quindi, sembra che ci sia una correlazione diretta tra il nostro grado di socialità e la nostra capacità di mantenere l'energia durante i periodi di solitudine.

Ma cosa succede se questo stato di isolamento si prolunga nel tempo? La ricerca suggerisce che periodi prolungati di solitudine possono avere conseguenze ben più gravi. Diversi studi hanno dimostrato che l'isolamento sociale è stato associato a un rischio più elevato di morte prematura, paragonabile a quello di condizioni come l'obesità o il fumo. Questo ci fa riflettere su quanto sia importante mantenere un equilibrio nella nostra vita sociale. La solitudine, a lungo termine, può innescare un circolo vizioso in cui l'assenza di interazioni ci rende meno propensi a uscire e socializzare, portando a una spirale discendente di isolamento e perdita di energia che diventa sempre più difficile spezzare.

Tuttavia, non tutto ciò che riguarda la solitudine è negativo. Esistono persone che trovano nella solitudine una fonte di rigenerazione e pace interiore. Per alcuni, trascorrere del tempo da soli è un modo per ricaricare le batterie mentali e fisiche. È noto che momenti di riflessione solitaria possono favorire la creatività, migliorare la concentrazione e ridurre lo stress. Questa forma di solitudine benefica è spesso considerata una sorta di "detox" sociale, che ci permette di allontanarci dal rumore quotidiano e di ritrovare un equilibrio interiore.

Il punto cruciale, però, è che questa solitudine deve essere vissuta con moderazione. Come ogni cosa, anche l'isolamento, se dosato correttamente, può avere effetti positivi, ma se si protrae troppo a lungo, può diventare dannoso. È importante trovare il giusto equilibrio tra momenti di socialità e momenti di solitudine rigenerativa. Non esiste una formula universale: ognuno di noi ha un bisogno diverso di connessione sociale e di spazi di solitudine, ma è fondamentale ascoltare il proprio corpo e capire quando è il momento di stare con gli altri e quando invece concedersi una pausa dalla vita sociale.

In conclusione, mentre la solitudine può avere effetti simili alla privazione alimentare in termini di perdita di energia, non tutti ne sono colpiti allo stesso modo. Per alcune persone, piccoli momenti di isolamento possono avere un effetto rigenerante e benefico, fungendo da vero e proprio "reset" mentale ed emotivo. L'importante è non esagerare: come per qualsiasi altra cosa nella vita, la chiave è sempre il bilanciamento.

BeLONGEVITY nasce per aiutare concretamente tutti a conoscere ed applicare queste straordinarie informazioni della scienza.

 
  • Stijovic A et Al. Homeostatic Regulation of Energetic Arousal During Acute Social Isolation: Evidence From the Lab and the Field. Psychological Science, 2023, DOI: 10.1177/09567976231156413

  • Xinran H et Al. Self-Reported Sleep Disturbance is an Independent Predictor of All-Cause Mortality and Respiratory Disease Mortality in US Adults: A Population-Based Prospective Cohort Study. International Journal of Public Health, 2023, DOI: 10.3389/ijph.2023.1605538


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