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RESILIENZA E MICROBIOMA INTESTINALE

Già sapevamo che il sistema microbioma cervello-intestino ha influenza sulla salute mentale, ma che il microbioma intestinale influisse su dimensioni psicologiche come la resilienza, ovvero la capacità di affrontare le avversità con forza e ottimismo trasformando le crisi in opportunità di crescita personale, è un qualcosa di meno esplorato.

 

Uno studio pubblicato a giugno rivela che gli individui resilienti mostrano una migliore funzionalità cerebrale e microbiomi intestinali più sani. La ricerca evidenzia che le persone resilienti hanno una migliore regolazione emotiva e una minore infiammazione, mostrano microbiomi intestinali con un’infiammazione inferiore e barriere intestinali più forti. Lo studio sottolinea la resilienza come un fenomeno dell’intero corpo che influisce sia sulla salute del cervello, adeguate risposte allo stress, che dell’intestino.

Lo studio ha scoperto che le persone resilienti mostrano attività neurale nelle regioni del cervello associate a un miglioramento della cognizione e della regolazione delle emozioni e sono più consapevoli e migliori nel descrivere i propri sentimenti. Lo stesso gruppo ha anche mostrato un’attività del microbioma intestinale legata a un intestino sano, con infiammazione e alterazione della barriera intestinale ridotte. I ricercatori hanno voluto studiare il microbioma intestinale e il cervello in persone sane e resilienti che affrontano efficacemente diversi tipi di stress, tra cui discriminazione e isolamento sociale.

Un recente studio rivela che gli individui resilienti mostrano una migliore funzionalità cerebrale e un microbioma intestinale più sano
RESILIENZA E MICROBIOMA INTESTINALE

I ricercatori hanno intervistato numerose persone sulla loro resilienza, facendo domande sulla fiducia nel proprio istinto e l’accettazione positiva del cambiamento, e le hanno separate in due gruppi. Un gruppo si è classificato alto nella scala di resilienza e l’altro gruppo si è classificato basso. I partecipanti sono stati anche sottoposti a risonanza magnetica e hanno fornito campioni di feci due o tre giorni prima delle scansioni. 

È stato scoperto che le persone nel gruppo ad alta resilienza erano meno ansiose e depresse, meno inclini a giudicare e avevano attività nelle regioni del cervello associate alla regolazione emotiva e a una migliore cognizione rispetto al gruppo con bassa resilienza. Il gruppo ad alta resilienza aveva anche un’attività del microbioma diversa rispetto al gruppo a bassa resilienza. Vale a dire, i microbiomi del gruppo ad alta resilienza espellevano metaboliti e mostravano attività genetica associata a bassa infiammazione e una barriera intestinale forte e sana. Una barriera intestinale debole, altrimenti nota come intestino permeabile, è causata da un'infiammazione e compromette la capacità della barriera intestinale di assorbire i nutrienti essenziali necessari al corpo, bloccando allo stesso tempo l'ingresso delle tossine nell'intestino. 

Quindi, individui resilienti hanno un microbioma intestinale più forte o un microbioma intestinale forte genera individui resilienti? Poco conta! Ciò che è notevole è che questi studi aprono nuovi scenari per trattamenti mirati sia al cervello che all’intestino per ridurre lo stress, prevenire le malattie e magari iniziare a considerare interventi integrati per mantenere gli individui in salute per lungo tempo.

BeLONGEVITY nasce per aiutare concretamente tutti a conoscere ed applicare queste straordinarie informazioni della scienza.

 
  • An E et Al. Stress-resilience impacts psychological wellbeing as evidenced by brain–gut microbiome interactions. Nature Mental Health, 2024, DOI: 10.1038/s44220-024-00266-6


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