L’equilibrio e l’integrità del microbiota intestinale, chiamata eubiosi, è fondamentale per il mantenimento della salute e gioco un ruolo essenziale nella determinazione di una sana longevità.
Negli esseri umani il microbiota è dinamico nel corso della vita e si modifica con una progressiva successione fisiologica correlata all’età, guidata sia dalle proprietà interne del corpo che dai fattori esterni. Questa popolazione intestinale dinamica si sviluppa dalla nascita, cambia rapidamente prima dei tre anni di età, specialmente durante il periodo di svezzamento, dopodiché stabilisce una stabilità che perdurerà fino all’età adulta, per poi cambiare nuovamente con l'invecchiamento in una fase chiamata di retrogressione.
L’invecchiamento è quindi un importante fattore intrinseco che influenza la composizione e l’attività del microbiota intestinale. Un ridotto apporto di fibre, cure ospedaliere di lunga degenza, farmaci antinfiammatori non steroidei e uso di antibiotici possono essere fattori predisponenti a questi cambiamenti. Molti studi hanno scoperto che i cambiamenti legati all’età nella composizione del microbiota intestinale includono una diminuzione della diversità delle specie del microbiota, un aumento delle variazioni interindividuali, livelli più alti di proteobatteri e livelli più bassi di batteri benefici. Questi cambiamenti possono essere associati ad una maggiore suscettibilità agli agenti patogeni, a infezioni e a disturbi della barriera della mucosa intestinale.
Il microbiota intestinale negli anziani sani ha mostrato un arricchimento e una maggiore prevalenza di gruppi legati alla salute. Diversi studi suggeriscono infatti che il microbiota svolge un ruolo vitale nella regolazione dell’invecchiamento sano comportando un impatto sulla durata della vita.
Le alterazioni legate all’età nella composizione, nella diversità e nelle caratteristiche funzionali del microbiota intestinale sono strettamente correlate con il declino legato all’età nel funzionamento del sistema immunitario e con l’infiammazione cronica di basso grado, e questi cambiamenti potrebbero essere la causa fisiopatologica di base di molte malattie legate all’invecchiamento.
In particolare, il microbiota intestinale ha un ruolo centrale nell’infiammazione, poiché può rilasciare prodotti infiammatori, contribuire ai ritmi circadiani e alla comunicazione incrociata con altri organi e sistemi. Il microbiota intestinale, ad esempio, trasforma i segnali ambientali e gli alimenti che ingeriamo in metaboliti di segnalazione per comunicare con diversi organi e tessuti del corpo, mediando l’infiammazione causata ad esempio dall’alimentazione.
Esso ha anche un ruolo nella regolazione dei livelli di citochine infiammatorie e fattori di necrosi tumorale, che tendono ad aumentare con l’età e possono essere stimolati da un aumento dei componenti batterici intestinali.
Studi recenti hanno inoltre suggerito che il mantenimento di un’architettura del microbiota intestinale giovane e sana durante l’invecchiamento può ritardare o limitare l’immunosenescenza, che si ritiene essere insieme all’infiammazione, l’origine della maggior parte delle malattie tipiche degli anziani, come infezioni, cancro, disturbi autoimmuni e malattie infiammatorie croniche.
Sebbene l’invecchiamento sia inevitabile e irreversibile, il mantenimento di un normale microbiota intestinale risulta essere un mezzo potenziale per promuovere un invecchiamento sano.
La dieta è uno dei fattori estrinseci più importanti che modella la composizione e l’attività del microbiota: i dati indicano che il consumo regolare di una dieta ricca di frutta e verdura è associato ad un minor rischio di malattie legate all’età. Negli anziani si osserva spesso un ridotto apporto alimentare di polisaccaridi di origine vegetale, il che può portare il microbiota intestinale a passare ad altri substrati, in particolare proteine o aminoacidi.
Generalmente, il metabolismo microbico dei carboidrati alimentari determina principalmente la formazione di acidi grassi a catena corta e gas, che possono abbassare il pH del colon e inibire la crescita eccessiva di agenti patogeni. La fermentazione degli aminoacidi invece rilascia acidi grassi a catena corta benefici, ma produce anche una serie di composti potenzialmente dannosi che possono contribuire allo sviluppo di malattie intestinali come il cancro o le malattie infiammatorie intestinali. Collettivamente, questi risultati sottolineano i legami causali tra invecchiamento e disbiosi, ovvero uno squilibrio della flora microbica all’interno dell’apparato digerente, e suggeriscono che gli interventi volti a ripristinare un microbioma giovane possono estendere la salute e la durata della vita.
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