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TEORIE DELL’INVECCHIAMENTO: L’INSTABILITÀ GENOMICA

Aggiornamento: 2 gen

L’età è un importante fattore di rischio per molte delle condizioni mediche più comuni, come le malattie cardiovascolari, il cancro e il diabete. Gli esseri umani hanno cercato a lungo modi per prolungare la vita e ripristinare la salute, come raffigurato nei miti della “fonte della giovinezza” attraverso varie culture e periodi della storia.

L’attuale ricerca sulla longevità riguarda segnali o vie di segnalazioni molecolari che potrebbero fornire indizi su come l’età può essere manipolata. Negli ultimi decenni, la ricerca ha acquisito conoscenze cruciali sui processi e sui meccanismi molecolari dell’invecchiamento. Ad oggi, sono stati indentificati dodici tratti distintivi che caratterizzano il processo dell’invecchiamento, che contribuiscono al processo di invecchiamento e insieme determinano il suo fenotipo. Tra questi tratti troviamo: l’instabilità genomica, il logoramento dei telomeri, alterazioni epigenetiche, perdita della proteostasi, sensibilità ai nutrienti alterata, disfunzione mitocondriale, senescenza cellulare, esaurimento delle cellule staminali e comunicazione intercellulare alterata.

 

Una sfida importante è rappresentata dall’analizzare l’interconnessione tra i diversi tratti distintivi e il loro relativo contributo all’invecchiamento, con l’intento finale di identificare farmaci, ma soprattutto interventi legati allo stile di vita del soggetto (nutrizione, esercizio fisico, livello di stress…) per migliorare la salute durante l’invecchiamento, con effetti collaterali minimi.

Il primo tratto distintivo dell’invecchiamento è rappresentato, come sopra citato, dall’instabilità genomica. Il DNA umano è costantemente esposto a tutti i tipi di possibili agenti mutageni. Questi possono provenire dall’ambiente esterno, come il fumo del tabacco, le radiazioni e le sostanze chimiche, o essere fattori interni del nostro organismo, come l’infiammazione, la produzione di radicali liberi, ecc.

Il primo tratto distintivo dell’invecchiamento è rappresentato dall’instabilità genomica
Teorie dell'invecchiamento: l'instabilità genomica

Potenti sistemi di riparazione del DNA cellulare dell’organismo possono correggere la maggior parte di questi danni; tuttavia, alcuni sfuggiranno inevitabilmente alla riparazione; quindi, mutazioni e danni si accumuleranno con il tempo. Pertanto, più vecchia è la cellula, maggiore è la probabilità di instabilità genetica accumulata. Ciò può variare da piccole mutazioni puntiformi a grandi rotture e traslocazioni cromosomiche; le implicazioni possono essere diverse, da una mutazione silente (che non produce cambiamenti della sequenza amminoacidica), all'attivazione di oncogeni o al silenziamento di geni oncosoppressori. Il danno accumulato al DNA è implicato direttamente in numerosi disturbi associati all’età, come le malattie neurodegenerative e diversi tipi di cancro. Pertanto, trovare dei sistemi che permettano di aumentare la stabilità del DNA, potrebbe potenzialmente ridurre l’incidenza del cancro, delle malattie cardiovascolari e del morbo di Alzheimer.

Un modo suggerito, ad esempio, è attraverso la restrizione dietetica e una ottimale scelta e selezione di ciò che mangiamo: ad esempio mangiare frutta e verdura è stato associato ad una maggiore riparazione del DNA e a suoi minori danni.

BeLONGEVITY nasce per aiutare concretamente tutti a conoscere ed applicare queste straordinarie informazioni della scienza.

 
  • López-Otín C et al. Hallmarks of aging: An expanding universe. Cell, 2023, DOI: 10.1016/j.cell.2022.11.001




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